Yoga Sutra, I-1

patanjali-ayurveda-yoga

Per chiunque pratichi Yoga, gli Yoga Sutra (aforismi sullo yoga) di Patanjali sono un testo imprescindibile nel proprio percorso.

Sutra, che traduciamo con “aforisma”, in realtà ha nel suo significato il senso di filo, come il filo da cucire. E’ insieme una frase a sè e una frase inserita in un discorso più ampio.

Questo breve testo (195 frasi) racchiude in modo estremamente pragmatico quello che è il viaggio spirituale di oguno di noi, che nella pratica è unire il Jivatma, l’anima individuale, con il Paramatma, l’anima universale.

Questo dovrebbe essere il senso di tutto ciò che si chiama Yoga, questo è il significato della parola stessa, congiungere questi due aspetti.

Patanjali è stato uno straordinario compilatore della tradizione orale precedente, e il suo testo è davvero carico di informazioni.

È uno dei testi di cui consiglio prendere il maggior numero di copie e traduzioni possibili, a meno che non si voglia imparare il sanscrito.

In quattro post andremo ad osservare i primi quattro aforismi, perché in essi è compreso il senso di tutto il testo.

I primi quattro aforismi fanno ovviamente parte del primo capitolo, chiamato Samadhi pada.

Il Samadhi è quello stato di beatitudine che permea lo yogi che è diventato uno con il tutto.

Negli altri tre capitoli si descrive la via da percorrere (Sadhana pada), i “poteri” che lo Yoga può donare (Vibhuti pada), e la liberazione ultima (Kaivalya pada).

Entriamo nel primo verso:

YS I 1. Atha yoganushasanam

“Ecco l’insegnamento dello yoga”.

Questa frase è estremamente semplice e può essere considerata solo una introduzione, quasi da saltare e passare al resto.

Però possiamo anche guardarla più in profondità e vedere se c’è qualcosa di più sottile da cogliere.

Atha è “ecco” ma anche “ora”, “adesso”.

Potrebbe essere interpretata come “adesso che ho fatto un percorso, posso parlare dello yoga”, e quindi intesa a sottolineare il fatto che lo yoga di cui parla Patanjali va sperimentato e vissuto, e che si parla solamente delle cose che si conoscono per esperienza diretta.

Ciò che apprendiamo da un libro in qualche modo può lasciare il tempo che trova.

Adoro un incipit del genere in un libro, perché, come tutto nello yoga, riporta alla pratica.

Alla fine questa è la filosofia dello yoga: viene dalla pratica e riporta alla pratica. Più di una filosofia è il diario di una esperienza!

Se posso – apparentemente – divagare un secondo, il “Tao Te Ching” di Lao Tse inizia allo stesso modo. La leggenda vuole che Lao Tse dopo aver deciso di ritirarsi dal mondo, mentre sta per uscire dal regno incontra alla frontiera un soldato, che gli chiede, visto che sta andando via, di lasciare qualcosa di scritto per chi rimane. Il testo inizia con le parole “il tao di cui si può parlare non è l’eterno tao”… fantastico!

D’altra parte, atha è anche ora, e il senso potrebbe cambiare – o approfondirsi – dicendo che lo yoga esiste solo nell’istante presente.

Alcuni significati che traiamo non sono letterali, probabilmente non sono nemmeno condivisi nella comunità yoga. Devo dire che non mi interessa molto. Il senso della frase rimane vero e questo ci basta!

Lo yoga appare nel presente, quando la mente non vaga tra memorie o progetti, quando rimane aperta e soprattutto non identificata.

Osserva quando ti chiedono “come ti chiami? cosa fai nella vita?”.

Le risposte a queste domande oramai sono istintive e non hanno bisogno di particolare riflessione, ma se osserviamo attentamente, possiamo notare che in qualche modo sottile “cerchiamo” quelle risposte, le chiamiamo ad essere, le facciamo apparire.

ma cosa c’era prima della domanda? chi era quella “cosa” che si chiama col nostro nome?

Quello è Yoga, e Yoga è nel presente…

 

namaste


There are 3 comments

    1. Massimo Celentano

      grazie mia carissima!
      sto cercando di dare contenuti interessanti e i vostri commenti sono fondamentali per me!

  1. Francesca

    Inizio ora a leggere queste tue riflessioni e s’inseriscono tra le mie,nel cammino di questa formazione di yoga destrutturato e devo dire che nella mia vita,il pensiero e la pratica non sono mai andati così di pari passo.Come due parti di qualcosa d’inscindibile……come inspirazione ed espirazione ,se c’è l’una ci dev’essere l’altra.
    Ora sembra cosí chiaro, prima non ci pensavo neanche.
    Tutto ciò per ricollegarmi al fatto che tu parli di esperienza dello yoga ,ci sono cose di cui si puó parlare solo in parte ,ma sono poi da sperimentare e così ,mi sembra di aver capito inizi Patanjali ,con questo primo sutra.
    Grazie maestro
    Francesca

Post Your Thoughts