Oggi approfondiamo i semi di chia, un alimento che, da qualche tempo oramai, la fa da padrone nella schiera dei “superfood”, quei cibi che dovrebbero avere caratteristiche particolari che li rendono in qualche modo speciali (super disintossicanti, o super energetici e così via).
Il nome vuol dire “forza” nell’antico linguaggio Maya, infatti sono originari del messico, in cui erano considerati quasi una medicina. Era il cibo dei guerrieri aztechi e dei corridori, per la sua capacità di dare grande energia e resistenza agli sforzi.
I semi di chia costituiscono un facile ingrediente da aggiungere alle più diverse ricette.
Il loro profilo nutrizionale è estremamente benefico, per la presenza di fibre, proteine, molecole antiossidanti, omega 3, oltre che vari micronutrienti.
Le fibre presenti sono insolubili, e nuovi studi associano queste fibre ad una riduzione dell’incidenza del diabete.
Per quanto riguarda i grassi, sono rappresentati in maggioranza da acido alfa linoleico (il cosiddetto ALA), che in realtà è il precursore degli omega 3; l’ALA va poi convertito all’interno del corpo in omega 3, per una migliore biodisponibilità; il processo non è sempre efficiente, per cui si raccomanda a chi è vegetariano (e quindi non assume omega 3 e 6 dal pesce (soprattutto pesce azzurro) di assumere chia, lino e altri integratori vegetali con una certa costanza, sempre senza esagerare. Ricordiamo che la migliore alimentazione è quella che si adatta all’individuo!
Infine, sui micronutrienti, oltre a fosforo e calcio sono presenti:
Riassumendo, i semi di chia hanno una buona azione:
I semi di chia sono molto piccoli, il modo più semplice per assumerli è spolverarne un po’ su insalate o yogurt. Al massimo possiamo avere l’accortezza di lasciarli a bagno per 10 minuti, per far sì che assorbano un buon quantitativo di acqua. (devo dire che personalmente non l’ho mai fatto…).
Che altro dire?
Buon appetito e fatemi sapere come vi trovate!
Namaste
m.